“Dalla mia scoperta è possibile capire comeUna storia incredibile che ha il suo epilogo in una mattina fredda del dicembre del 2008. Nella casa di Martin Chalfie, professore di biologia alla Columbia University, squilla il telefono alle 5.30. Dall’altro capo la voce seria di un funzionario dell'accademia delle scienze svedese “Prof. Chalfie, a lei e a altri suoi due colleghi è stato assegnato il premio Nobel per la chimica. Congratulazioni. Ora stacchi il telefono e vada a fare un bel giro. La sua vita non sarà più come prima”.La protagonista di questo casino è una piccola medusa che vive negli affascinanti mari dell’oceano pacifico. Si chiama Acquorea Victoria. E’ una medusa come molte altre ma con una particolarità. E’ bioluminescente.A scoprire e spiegare il meccanismo di bioluminescenza (simile per certi versi a quello delle nostre sempre più rare lucciole) fu il giapponese Osamu Shimomura, il secondo Nobel della triade, che alla fine degli anni sessanta, dopo aver trascorso estati intere a raccogliere le gelatinose meduse Acquorea Victoria, riuscì ad individuare la proteina responsabile dell’affascinante colorazione verde ai bordi della medusa. La proteina fu chiamata proteina verde fluorescente o GFP. La sua proprietà è quella di emettere luce verde quando illuminata.
e quando vengono attivate le proteine in una cellulae se queste possono essere utilizzate come bersagliodi nuovi farmaci destinati ad agire solo su cellulemalate”, spiega il premio Nobel per la Chimica,Martin Chalfie, uno dei protagonisti di BergamoScienza.“E ora non si sacrificano più altri animaliper osservare i processi”, precisa
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