lunedì 3 marzo 2014

LA RICERCA DELLA VERITÀ'

La verità prescinde dalla convenienza di chi la esprime. Ma è più frequente la tendenza personale nell'auto-persuasione che alcuni principi siano verità assoluta, quando invece sono creati ad hoc al fine di giustificarci in ciò che facciamo, pensiamo ed acquietarci i sensi di colpa.



In altre parole, insistiamo nello scegliere la verità a noi più comoda.

Eppure...noi siamo vittime inconsapevoli delle circostanze. Basare la ricerca della verità su di noi o su qualunque cosa ci qualifichi - come la moralità, la sensibilità, ecc... - significherebbe basarla sul prodotto di mutevoli circostanze.

La nostra consapevolezza del mondo è pari a quella che ha un piccolo segno di grafite del progetto edilizio a cui appartiene.

Confondiamo la verità assoluta con l'opinione, che è relativa alla nostra esperienza. L'opinione è un piatto già pronto, invece la verità è una ricetta perduta. Farsi un'opinione è più facile di conoscere la verità, per la quale è necessario generare nuova esperienza. Spesso ci accontentiamo, come se i nostri giorni fossero infiniti. Il cuore comanda, più del cervello.

Chi si crogiola nella propria incompleta conoscenza - indotta passivamente per forza di cose - ignora necessariamente lo sforzo per comprendere quella verità che risiede nel compimento di quest'ultima, dopo un percorso privo di pregiudizio e di presunzione.

Cercare la verità è un po' come cercare un ago in un pagliaio... puoi trovarti nel posto giusto, al momento giusto e raccoglierlo senza alcun problema; oppure ti troverai lontano da esso. Ma in ogni caso non potrai mai dire con certezza "l'ago non esiste", dopo una ricerca di appena cinque minuti.



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