mercoledì 16 aprile 2014

L’agricoltura spiegata ai ragazzi: scuola in fattoria

Alla scoperta delle fattorie didattiche dove gli agricoltori tramandano la cultura contadina ed educano a un consumo consapevole, riallacciando il rapporto tra città e campagna.



“Le arance, le olive e le banane crescono nel Regno Unito, le pesche in Finlandia, il cotone viene dalle pecore, il pollo ha quattro cosce, lo
zucchero non si sa dove viene prodotto, l’orto è nel supermercato”. Queste incredibili
risposte sono il risultato di un sondaggio condotto pochi anni fa dal Consiglio
Europeo dei Giovani Agricoltori per valutare la conoscenza della catena agroalimentare dei piccoli europei. Insomma, i bambini di oggi sanno tutto di computer e videogiochi ma ignorano il mondo rurale

da cui proviene il cibo che mangiano ogni giorno. Una risposta al bisogno di ritrovare
le proprie radici arriva dalle fattorie didattiche, aziende agricole o agrituristiche
che integrano le normali attività produttive con progetti volti a far comprendere agli
adulti di domani l’importanza e i valori del lavoro contadino. Le scolaresche accolte
in fattoria sono coinvolte in esperienze attive come la realizzazione di un prodotto
tipico. Non solo osservazione, quindi, ma ci si “sporca le mani” grazie a operatori
che preparano le lezioni dopo aver frequentato corsi per animazione didattica.
All’obiettivo primario di creare un ponte tra la cultura rurale e la città se ne aggiungono
altri due non meno importanti: il marketing territoriale e l’educazione a
un consumo consapevole. Ogni fattoria didattica è un microcosmo della diversità
agricola, biologica e paesaggistica che racconta la ricchezza del nostro Paese. Al
contempo educa il piccolo ospite-consumatore a comportamenti virtuosi quali la
salvaguardia dell’ambiente, l’agricoltura sostenibile, la sicurezza alimentare e, più
in generale, a un corretto stile di vita. Inoltre i laboratori allestiti in fattoria, sebbene
non comparabili ad altre forme d’imprenditoria agricola, riqualificano le aziende
stesse, una ragione in più che spiega la crescente popolarità delle fattorie didattiche
in Italia e nel mondo.


resto dello stivale
L’idea di aprire le porte delle aziende agricole italiane è nata in Romagna graziealla società Alimos, un’organizzazione di agronomi e agrotecnici che dagli anni‘60 sostiene la tutela ambientale e diffonde una nuova cultura alimentare.Nel 1997 Alimos insieme ad alcuni imprenditori agricoli di Forlì-Cesena ha costituitola Rete delle Fattorie Didattiche Romagnole, un’iniziativa piccola ma diimmediato successo, tanto che l’anno seguente la Regione e le sue nove Provincehanno avviato il progetto “Fattorie Aperte e Fattorie Didattiche” che attualmenteconta oltre 300 aziende accreditate.

Di STEFANIA DELENDATI 

Fattorie Didattiche Trapani

Fonte aggiuntiva di entrate per l’impresa agricola, la fattoria didattica a Trapani diffonde l’importanza dell’agricoltura e della conoscenza dei mestieri antichi. Numerose aziende aderiscono ai progetti sull'impiego delle energie rinnovabili. La vendemmia, la raccolta delle olive e la mungitura sono solo alcune delle attività e laboratori che offre la zona di Trapani. Le attività cambiano in base alla locazione della struttura e alla stagione. 



Gli imprenditori agricoli che condividono le politiche promosse in materia di rispetto della salute e dell'ambiente, di origine e qualità dei prodotti. 

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