domenica 7 settembre 2014

LE TARTARUGHE DI MARE: A Tre Fontane impariamo a conoscere i nostri simpatici amici


La tartaruga comune (Caretta caretta Linnaeus, 1758) è la tartaruga marina più comune del mar Mediterraneo. La specie è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo ed è ormai al limite dell'estinzione nelle acque territoriali italiane.


Sono animali perfettamente adattati alla vita acquatica grazie alla forma allungata del corpo ricoperto da un robusto guscio ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne. Alla nascita è lunga circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 cm, con massa variabile tra i 100 ed i 160 kg.
La testa è grande, con il rostro molto incurvato. Gli arti sono molto sviluppati, specie gli anteriori, e muniti di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti.
Ha un carapace di colore rosso marrone, striato di scuro nei giovani esemplari, e un piastrone giallastro, a forma di cuore, spesso con larghe macchie arancioni, dotato di due placche prefrontali ed un becco corneo molto robusto. Lo scudo dorsale del carapace è dotato di cinque coppie di scuti costali; lo scudo frontale singolo porta cinque placche. Ponte laterale fra carapace e piastrone con tre (di rado 4-7) scuti inframarginali a contatto sia con gli scuti marginali che con quelli del piastrone. Gli esemplari giovani spesso mostrano una carena dorsale dentellata che conferisce un aspetto di "dorso a sega".
I maschi si distinguono dalle femmine per la lunga coda che si sviluppa con il raggiungimento della maturità sessuale, che avviene intorno ai 13 anni. Anche le unghie degli arti anteriori nel maschio sono più sviluppate che nella femmina.


Caretta caretta

Le Tartarughe marine dell’Adriatico
Il mare Adriatico è simile ad una zona del Mediterraneo che è il Golfo di Gabès in Tunisia: entrambi hanno condizioni ottimali per le tartarughe marine poiché le acque sono molto basse e ricche di cibo. In effetti vi ritroviamo quasi le stesse tipologie di tartarughe.
Nel mar Adriatico non ci sono siti di deposizione noti: in Italia questi sono concentrati soltanto nel sud e quindi le tartarughe che si trovano da noi, e anche in maniera molto numerosa, non lo fanno per deporre le uova. Principalmente l’Adriatico è un sito di alimentazione per le tartarughe marine e negli ultimi anni abbiamo avuto la conferma che è una zona di svernamento, quindi vi rimangono per tutto l’anno per periodi molto lunghi mentre una parte di queste si muove e migra fuori e dentro il nostro mare. Nel mare Adriatico sono presenti tante tartarughe e in una mappa contenuta all’interno del primo piano di azione nazionale del Ministero dell’Ambiente, anche se fatta con dei dati parziali che vanno  completati,  è evidente come la zona del Nord Adriatico presenti una grande concentrazione di tartarughe. Questa zona va osservata con grande attenzione  quando si parla di conservazione poiché l’Adriatico contribuisce a rifornire la popolazione che poi abita tutto il Mediterraneo.
In un recente lavoro pubblicato, nonostante la copertura del territorio italiano non sia completa e uniforme, sono stati raccolti dei dati molto numerosi riguardanti gli spiaggiamenti di tartarughe: mentre a livello nazionale si rilevano circa 0,5 tartarughe spiaggiate per ogni chilometro di costa, in Emilia-Romagna siamo a 7,9 e nelle Marche 1,5 dimostrando come nella nostra zona di tartarughe ce ne siano veramente tante. Bisogna anche considerare che in questa zona ci sono enti che lavorano da molto tempo come la Fondazione Cetacea e come ARCHÈ quindi è molto più facile che le segnalazioni non vengano perse rispetto a  zone dove non c’è un lavoro continuo.
Che tipo di tartarughe vengono nel nostro mare? Tutte le classi di appartenenza sono abbastanza rappresentate e in base ai  lavori pubblicati negli ultimi anni la più rappresentata è una categoria di animali attorno a 40-50 cm di carapace. Ci sono anche gli adulti, 70-75 cm, e in qualche caso ci sono anche animali molto piccoli, ad esempio nella grande “invasione” registrata nel 2009. La classe di lunghezza pari a 40-50 cm si colloca nella fase di pre–adulti, o meglio sub–adulti, animali giovani che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale.
La distribuzione stagionale è interessante perché in base ai primi dati pubblicati dalla Croazia si nota come in giugno e luglio ci sia un calo di questi animali che poi riprendono un po’ in agosto ma in particolare quello che si nota è che la maggior concentrazione nelle coste croate che si verifica in febbraio e marzo. Questi dati sono esattamente speculari a quelli che si riscontrano sul lato italiano dove invece la maggior concentrazione è nei mesi estivi a partire proprio da luglio mentre i ritrovamenti di tartarughe in gennaio o febbraio sono veramente occasionali. Dai dati raccolti in Croazia è evidente come questi animali rimangano in inverno nella nostra area, seppure con una preferenza per il lato orientale. Dai dati rilevati risulta inoltre, dal 2006 in poi, un significativo aumento di ritrovamenti di tartarughe negli ultimi mesi dell’anno: ottobre-novembre-dicembre.
I problemi che riguardano le tartarughe marine e legati alla pesca in Adriatico sono tre. Lo strascico è il problema principale: dai dati risulta che vengono pescate dalle 7.000 alle 10.000 tartarughe all’anno. A queste si aggiungono le reti da posta che pur avendo un impatto minore permettono di catturare da 600 a 4.000 individui l’anno ma con una mortalità molto maggiore per cui l’impatto vero potrebbe essere diverso,  non certo a livello dello strascico ma comunque maggiore di quello che possiamo considerare guardando soltanto il numero delle catture. Poi ci sono le volanti che invece hanno un impatto molto minore perché le tartarughe nel nostro mare sono animali che hanno un comportamento bentonico e quindi si alimentano sul fondo, cercano appunto prede di fondale come molluschi e crostacei. In questo modo, dato che  la volante pesca aperte negli strati superiori di acqua e non va a contatto con il fondo, i numeri si abbassano notevolmente e siamo sull’ordine di poche centinaia all’anno.

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